Fra i tanti motivi, oltre quelli storici che abbiamo esaminato, ve ne furono alcuni altrettanto importanti che diedero una notevole spinta alla crescita delle confraternite in genere: il servizio dei morti.
Affiliazioni di benefattori laici cominciarono, a partire dal trecento, a coadiuvare preti e monaci nel servizio dei morti, si associarono a conventi e chiese per
beneficiare delle preghiere che da lungo tempo erano solo privilegi del clero.
Molte confraternite, salvo rare eccezioni, si consacrarono alle opere di misericordia; il loro programma veniva affisso alle pale dell’altare di ogni singola cappella che possedevano nelle Chiese Parrocchiali.
Ciascuna traeva una propria rappresentazione delle opere di misericordia rifacendosi alla parabola del giudizio finale riportata nel Vangelo da Matteo al cap. 25,
versetti 31-46, che era la fonte principale della escatologia nel basso Medioevo.
Riportiamo quindi di seguito il cuore di questi versetti: “Quando il Figlio dell’uomo verrà, nella sua maestà, ad assidersi sul suo trono in mezzo alle nazioni riunite,
separerà le pecore dai capri.
Alle pecore, collocate alla sua destra, il re dirà: Venite eletti del Padre mio, prendete possesso del regno apprestato a voi, dall’origine del mondo.
Ho avuto fame e mi avete cibato; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero un forestiero e mi avete accolto; ero nudo e mi avete vestito; ero malato e mi avete visitato; imprigionato e siete venuti a vedermi”.
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